martedì 27 dicembre 2016

Vacuo senso.

Foto: Jacopo Serafinelli


In fondo al Vico il Cielo si fa muro...
o il muro cielo...?

Interrogarsi è vacuo senso
'ché il senso del reale è quello vero?

Si sa che l'occhio vede
ma cosa non lo sa...
e insiste nell'indugio
tra quel che è
e quello che non è.

E intanto lì...
nel basso di quel muro…
o di quel Cielo…
c'è un volto alla finestra
che rende sciocco il gioco della Mente...
mia.

°°°

...e allora rido...e me ne vado via.


venerdì 2 dicembre 2016

Begli occhi scuri...


In questo bianco e nero...
velato amabilmente...
ho visto quel che ho visto
più di una volta 
in quel tuo sguardo vero…
che a volte lampa
e a volte è dolce
come brezza calda.

Forse perché nel Tempo
qualcosa resta
di quel che di due era…
prima che questo sguardo…mio…
nel Tuo si ritrovasse…
già da lontano
tra l’affrettante folla…
.
però quel ritrovarsi è stato tardo…!

Ma…
ci ha permesso di esserCi ragazzi.

Begli occhi scuri…
impressi nel mio cuore.

domenica 20 novembre 2016

Asintonia del Tempo


Non c'ero…
o meglio c'ero...ma non lì...
e se lì fossi stato...forse...
quest'oggi non sarebbe tale.

Se avessimo tra-scorso il Tempo"insieme"
sarebbe l'oggi come lo vorremmo.

Ma non è stato /il Tempo/ condiviso
quando sarebbe stato il tempo suo.

Immagino il biancore
nel dolce suo curvare
lasciarsi carezzare dal nero dei capelli…
però…
l’oggi non sa del Tempo andato
prima di quello “insieme”…
e vive d’un Presente di certo non voluto…
ma presente.

Non è questione di non avere visto…
o di vedere quel ch’ora si vede…
ma di non esser stato
nel Tempo ch’era giusto.


Ieri il profumo…il Tuo…
ma Tu non c’eri…
s’è fatto cosa densa…
quasi materia a fianco del mio fianco.

sabato 12 novembre 2016

Guardando...


Foto: Joseph Michael


Sui bordi dei risvegli…fuori dal buio…
dietro le soglie dei sogni e delle notti…
noi siamo quel che siamo...
e sotto volte...
formate da quello che nel tempo
è stato il nostro fare così come il non fare…
stiamo...!
...
e qui…seduti…
/guardando l’Altra o l’Altro nel pensiero/
/le mani giunte tra ginocchia strette/
cerchiamo la ragione dei perché…
e la ricerca dura…dura e dura...
perché i perché non sono mai abbastanza.


sabato 5 novembre 2016

La Tempesta perfetta


terra incupita
cielo tremante
tuono luminoso
saetta rumorosa
pioggia ululante
vento scrosciante
montagna esondata
fiume franato
costa infuriata
mare sommerso
edifici terrorizzati
gente crollata
e infine…
al inizio del dopo tempesta
silenzio assordante
e una pace violenta
§

Che meraviglia la parola…ci si può perdere in perfetta imperfezione…come in una tempesta!

martedì 1 novembre 2016

Grigità



Troppi pesi s’appoggiano 
su quello che non può 
dar loro appoggio 
quel tanto più del più… 
…su questa mia materia 
adesso più che grigia… 
‘ché ha perso i suoi colori. 

Giuro…lo era…del tutto colorata… 
arcobaleno dentro questo cranio. 

Di questa “grigità” 
il Cuore ne risente… 
parlando con Amore 
piange un po’… 
ma non lo dà a vedere 
e si nasconde fingendo d’esser altro...
ma non il Cuore mio.

domenica 30 ottobre 2016

Rabbia.

Opera di Egì: Tutta la rabbia che sta in noi

Nel mio pensiero svolazza rabbia
che l'impotenza nutre…
anzi avvelena...
come Monsanto i campi.

Maturano bestemmie...
ridicole se penso al mio ateismo...
che come quercia
affonda le radici dentro al Tempo...
quel Tempo
che non mozza mai le vite
di chi...bastardo...
mozza quelle d'altri.



giovedì 20 ottobre 2016

Dove il Drago vola...


Foto: Jacopo Serafinelli

… e tutto sembra
fuorché quello che è.

Scoscese scese
…e là…lontani…
gli altipiani piani
sotto quel cielo
dove il Drago vola…
pur se non c’è Lui vola.

Vaghi accenni
d’opere incompiute…
lasciate ad essere…da sole…
qualcosa che non è.

Spazio che spazia tanto
da stordire l’occhio…
il piede trema
sul margine del vuoto…
e tutto questo Tutto
a volte è troppo…
‘ché ‘l corpo è assai minuto…
e troppo vasto questo riversarsi.

Così vengo travolto e chiudo gli occhi
per far del Sogno un temporaneo Mondo
dove io sono quel che qui non sono.


lunedì 10 ottobre 2016

Periferia X


Foto: Veronica Regan

Non si odono parole...non si vedono gesti...
grida lontane...
lì restano...
puzze di vite aguzze...
colori macchiati di crepe di muri...
divisori tra vuoto di vita e vita di vuoto.

Sconfortanti discariche di materiali e vite...
movimenti veloci…
ratti sono illegali atti visti male da tutti...
dannati sporchi fottuti.

Noi sì che siamo giusti...noi che viviamo al centro
di una circonferenza...scomoda e irregolare.

Il raggio diminuisce...la paura incupisce...
periferia malata...più del centro malata...
pelle indurita...più del cuore indurita.

In proporzione…quale sarà il valore?

Pelle : cuore = vita : x 

_*questo è l’X factor…non la cazzata!_

mercoledì 5 ottobre 2016

L'Edera Grande.





C’è l’odore speciale dell’edera in fiore
qui nel Clivo che scende…tranquillo.

Oggi l’aria è pulita e screziata da voli
delle vespe striate tra quei fiori stellati.

Ricordo di quando…nell’eta del Bambino…
mi fermavo in silenzio sotto l’Edera Grande…
(la chiamavo così…col rispetto dovuto)
che scendeva dal muro d’una villa silente.

Primi giorni d’ottobre di quegli anni felici…
mi fermavo sudato…da una corsa…di botto…
ascoltando rapito quel ronzio persistente…
respiravo veloce quel profumo un po’ aspro…
come a farne una scorta nel ricordo futuro.

Ora oggi respiro quel ricordo potente
di quand’ero Bambino sotto l’Edera Grande.



lunedì 3 ottobre 2016

Amorevole furto.

Come uso fare...mi sono permesso di "rubare" questa foto di Elsa...che spero mi perdoni il furto...Amorevole!
La foto stessa...mi ha dettato questi versi...!



Foto: Mirage - di Elsa Paradiso



Ecco...il miraggio nel selvatico verde...
meravigliando…appare a chi lo “vede”…
come…di rado…appare nella Vita
visione che si può solo vederla…
e se si tocca…e non si sa toccarla…
la mano l’attraversa e stringe niente…
ma resta...sulla rètina del cuore...
colore e forma sull’intricato verde.

sabato 1 ottobre 2016

Rivisitazione.

C’era una volta…nel paese di non so dove…una povera donna con quattro figlioletti.

Vivevano di stenti…del poco e a volte niente che la Vita…e il Tempo…concedevano loro.

Vivevano ai margini del paese di non so dove…all’ombra umida di un dirupo…in una baracca…umida anch’essa…che il Sole snobbava giornalmente…e che la Notte rendeva ancor più buia e fredda.

Un giorno…la povera donna…ovviamente vedova (come si addice alle donne di favole come questa)…dicevo…la povera donna…davanti ai suoi bimbi…che nella misera stamberga…si tenevano le manine chi sullo stomaco e chi sugli occhietti…per illudersi di lenire i morsi della fame o per asciugare le lacrime che…secche anch’esse…scendevano nei colletti sporchi delle misere magliettine bucate…davanti a tanta disperazione…dicevo…cadde in ginocchio di botto…battendo le ginocchia sul pavimento di terra e sassi…e urlando…più per il dolore della botta che per la disperazione…giunse le scarnite mani e…urlando piagnucolosa…pregò così: OHHH…MadonnaMadonninaMiaaa…Perchééé…perché dobbiamo vivere cosììì…?
Questa non è più vita…ammesso che prima lo sia stata*…i miei bambini…i miei bambiniii…non li vediii…non tanto io…ma lorooo…sono anime innocenti e stanno soffrendo in questa baracca…dove non vivrebbe nemmeno un animale…solo le blatte la apprezzano…E NOI NON SIAMO BLATTEEE…! Ti pregooo…stiamo morendo di fame…fai un miracoletto e dacci dell’umile cibo…per sopravvivere…ABBIAMO FAMEEE…!

A questo punto…con sorpresa di tutti i presenti…più morti che vivi…una luce abbagliante…tipo un uovo gigante e luminoso di gallina…anzi di struzzo…apparve ai disgraziati che dovettero pararsi gli occhi per non rimanere obnubilati dalla divina lucentezza…e una voce dolcissima disse: Poverelli che non siete altro…già…non siete proprio altro…le tue parole mi hanno toccato il cuore…ed io…coi poteri che hanno le Madonnine…ti dico… “Metti l’acqua nella pentola…accendi il fuoco…mettici la pentola e…quando l’acqua bolle…raccogli due manciate di sassolini dal pavimento della baracca e gettali nell’acqua che bolle…falli cuocere per almeno due ore…poi versa il tutto nello scolapasta…ce lo avete,almeno, lo scolapasta no?

Sì…sì…rotto ma ce lo abbiamo…rispose …piangendo…la donna.
Bene…disse la Madonnina…vedrai che nello scolapasta invece dei sassolini ci saranno teneri e gustosi fagioli borlotti…con i quali potrai sfamare te ed i tuoi bambini…CIAO…MANGIATE IN PACE…ehmm…volevo dire ANDATE IN PACE…ma…credo…in questo caso è meglio mangiate…certo…ARRIVEDERCI…!

La luce si spense e tutto tornò buio come sempre era all’interno della baracca.

Dopo un attimo di stupore incredulo…la donna…senza chiedersi se…effettivamente…quello che aveva visto e sentito fosse realtà o illusione causata dalla fame…si mise a raccogliere quanti più sassolini poteva dal pavimento della baracca…mise la pentolaccia…nera e abbozzata…sul fuoco…e attese che l’acqua bollisse.

Ci versò dentro tre manciate di sassolini…rimestando rumorosamente mentre i quattro bimbi…più affamati che stupefatti…attendevano impazienti che i fagioli promessi giungessero a cottura.

Il Tempo sembrava non passare mai…poi…finalmente giunse la fine dell’attesa…le due ore erano trascorse e la donna versò il contenuto della pentola nello scolapasta.

Gli occhi di tutti erano sgranati nel vedere che…in effetti…lo scolapasta era pieno di fagioli…e un OOOHHH di meraviglia riempì il silenzio pesante della baracca.

Le ciotole furono riempite in egual misura e i cinque si dedicarono a mangiare in un silenzio rotto solo dal rumore dei cucchiai e da quello…raro…e più strano del solito…del loro masticare.

Finito che ebbero quel loro inaspettato pasto…si udì la vocina del più piccolo: Mamma…mamma…guarda…sangue…ahiii che dolore…che dolore…!

La madre…con la candela in mano…si avvicinò al bimbo cercando di soffocare un grido di spavento nel vedere che tutti i denti del figlio erano rotti…a pezzetti…un po’ in terra e un po’ sulla maglietta piena di sangue.

Gli altri tre…come il piccolo…cominciarono a gridare che avevano i denti rotti…sparsi sul pavimento e il sangue sulle magliettine.

Anche la donna…in preda al panico…si accorse di non avere più un dente sano in bocca.

Fortissimi dolori allo stomaco presero il posto dello stupore e del dolore nelle bocche.

Caddero in terra uno dopo l’altro…MORTI…!

Blocco intestinale fulminante causato da sassi…!
°°°°°°

*questo lo pensò…ma non lo disse!

Forse siete rimasti un po’ delusi da questa mia rivisitazione di una vecchia favoletta che ci veniva raccontata a scuola…seconda elementare…lì il finale non era così…era studiato in modo che si pensasse che poi…in fondo…i poveri cristi non erano dimenticati da Dio…e dalla Madonnina…!  :-/…i bambini vanno condizionati da piccolissimi…sennò poi capiscono che è tutta una presa in giro…perché poi…da grandi…stiano buoni buoni…!

Beh…vabbè…rifatevi con questa favoletta…la morale della quale è…secondo me: Il Mondo è dei paraculi…!


venerdì 30 settembre 2016

Ar capolinea.


Ma ‘ndò volemo annà…?
Semo arivati…a bbelliii…
eccoce ar capolinea de l’asocialità
doppo ‘n viaggio lungo
durato ‘n sacco d’anni…!

Scennemo và…
che questa è la stazione…
più ‘n là nun se po’ annà.

Che fate…sete tristi?
Nun ve lo credevate?

Invece ecchice qua…
e semo pure tanti
drento ‘sta sala granne
senza finestre e porte…
e mò che se dicemo?
…manco se po’ più usci’!

E’ questo er risultato
d’èssese chiusi a riccio…
ognuno a fasse solo
li cazzi propri…e basta…!

Bello er viaggio…eh?

L’arivo ‘nvece no…
stamo tutti rinchiusi
senza sape’ che disse…
senza sape’ che fa’…
senza sape’ ‘nd’annà…!

Magnamose le mano…
disperamese pure…
ma senza fasse vede…
continuamo ancòra
a fasse i cazzi nostri…
e ancòra…
e ancòra…

e ancòra…!

giovedì 29 settembre 2016

Incontro.




Vetri di suono dove girano gli astri,
lastre dove cuociono i cervelli,
il cielo brulicante di vergogne
divora la nudità degli astri.

Un latte bizzarro e potente
brulica in fondo al firmamento.

                                                 (Antonin Artaud)

Le orecchie non son pronte a suoni siderali
che tagliano bruciando menti e cuori
e rosseggiar li fanno come braci
denùdati universo…sciogli il mistero
bianco e cremoso rendilo gustoso
brulicaci le papille del sapere.

                                                (Jacopo Serafinelli)

Una briciola del Tempo.

Foto: Jacopo Serafinelli

Tra foglie di quercioli
s’aprì quell’aria tersa
e l’occhio carezzò
quel campo d’erba bassa
fino a quel limitare…
dove…più oltre…
c’era quel cielo chiaro
come parete liscia
d’un infinito spazio.

Siamo come le foglie
col bordo frastagliato…
tenute tutte insieme
dai rami del querciolo…
pensai.

Era già mezzo agosto
ed io…sotto quell’ombra
che mitigava l’aria
immaginai quei rami…
più in là…verso dicembre…
e noi come le foglie.

Sorrisi alla tristezza…
l’allontanai con garbo
e me n’andai…
per quanto era possibile…in silenzio…
il mio silenzio.

martedì 9 agosto 2016

Com'è?


Com'è che nun se fanno
parecchie cose belle...?
...che poi quanno ce pensi...
cor tempo ch'è ormai ito...
la mano tra li denti
te porti a pagnottella
e quasi te la magni...!

Semo tarmente strani...
che manco co' 'no specchio
sbattuto 'n faccia ar muso
semo quello che semo...
ma semo solamente
quello che nun vorremmo.

E poi...a vedesse doppo
nun serve proprio a 'n cazzo
quello ch'è stato è stato...
e adesso? Boh...'n se sa...!

lunedì 18 luglio 2016

Tristezza fisica


C’è un male che passa…
come il vento mi tocca
ma penetra a fondo.

Non sfiora soltanto…
si chiama Tristezza…
è un male pesante…
ha un corpo che sposta 
anche l’aria vicina.

Il tocco che usa…
quando passa e mi ferma…
mi schiaccia sui muri
che sembro un graffito.

La gente che passa
si ferma e mi guarda
cercando la firma
d’un writer famoso.

Io...resto fermo...
dipinto di grigio
mi lascio guardare.

Questo male possiede 
un talento mostruoso…
è artista di strada…
di vicoli bui che rende più bui
con arte superba.

mercoledì 13 luglio 2016

Strana cosa l'Amore.


Strane cose...
immense al senso ed al pensiero
son trame rade dove passa il vento...
in spazi che sembravano riempiti
da nuove vite lontane dalle vecchie.

Questo pensiero passeggia nel cervello
com’io sto passeggiando
in trama di vicoli stranieri che di mare sanno...
e genti miste...come di sabbia i grani...
che di colori vari uno ne fanno...
scuro...potente...triste e felice insieme...
colore della vita che tra pareti strette
scorre come flusso di sangue nelle vene.

Strana cosa l’amore...
e ancor più strana la forma ch’esso prende...
che a trama fitta invece prende il cuore
costretto a batter forte privato del suo petto.

Ma senza il corpo il cuore si dissecca
al soffio di quel vento che dalle rade trame spira.

Pensieri confusi...questi...
così come lo è il calpestio di questa vita che spreme amori
come fossero grappoli nel tino...
grappoli siamo stati...poi vino diventati...
qualcuno l’ha bevuto...
di noi non resta niente...
solo l’odore aspro sul fondo del bicchiere...
come l’odore di un vissuto intenso.

sabato 9 luglio 2016

D'un fiato.


Sono qui…
che ascolto qualcosa
che parla in silenzio
da dentro e dal fondo…
quel fondo profondo
ch’è fatto di suoni…
parole e carezze…
di baci impetuosi
o teneri tócchi
di labbra su labbra…
di mani sudate…
di occhi negli occhi…
talvolta bagnati
di lucido Amore…
di dure battute
su mie debolezze…
di pause del passo
a un passo dal mare…
di passi compagni
nel parco…su in alto…
con l’aria un po’ fredda
che poco importava.

Ascolto i ricordi creati da Te.



domenica 24 aprile 2016

Velociraptor


Sono passati gli attimi…così…
come velociraptor
del primitivo Tempo…
cattivi hanno razziato
carezze e baci.

Alcune e alcuni…
trovandosi un rifugio
nei luoghi più profondi
di quest’Amore strano…
scampando alla razzia dei predatori…
conservano il calore della pelle
e delle labbra tue…il sapore.

Ti guardo…adesso…
amandoti nel rosa…
che rende delicato il tuo sorriso…amaro…
e nelle scure stelle dei tuoi occhi.

venerdì 15 aprile 2016

Trasparenze

Ci sono trasparenze
degne d'essere...
e d'essere osservate.

Trasparenze del Tempo
e della carne…
carne ch’al cuor non mente
ma dice del disagio
che nella mente
s’accompagna all’atti.

Siamo così compressi dentro i giorni…
ehhh…
almeno io…lo sono…
come la foglia tra pagine di libro.

lunedì 4 aprile 2016

E scherzo e gioco.


Mi ricordo del Tempo passato
passato tra incontri...pochi...
e tra scontri...tanti.

Mi ritrovo nel Tempo presente
nell'abbraccio ch'è stato
e tutt'ora rimane
nell'attesa che il Tempo...
contraendo lo Spazio... 
da pensiero qual è 
lo riporti a materia. 

Non so quando…ne se…contrazione sarà… 
ma ogni giorno il pensiero 
corre intorno ed in Te…! 

Ma pur se io m’esprimo in questa forma… 
la Vita di Poesia ne sa assai poco… 
io ci combatto…perdendo spesso… 
e tanto…!

Nei giorni e nelle notti n’esco stanco 
e dentro affranto.

E scherzo e gioco 
per non pesar poi troppo 
a chi m’è caro.

sabato 26 marzo 2016

Dateme retta.



Lo dico adesso
prima che sia tardi…
quanno ch’ariverà la Morte nera
buttateme de corsa drento ar forno
e poi metteteme ner coccio cor coperchio.

Me raccomanno…però…sarei contento
de nun passa’ pe’ gnente da la chiesa…
nun fateme senti’ quer prete falzo
che parla a voi…de me…
de me…co’ frasi fatte e pure muffe…
che pure l’agnoli…pe’ quanto pur fasulli…
c’hanno le palle gonfie come zucche.

Inzomma…er funerale nun lo vojo…

Li sòrdi che dovreste da paga’
a quelli che se venneno li posti...
a caro prezzo…e pure co’ l’attesa…
dateme retta...magnateveli tutti…
annate a li Castelli e festeggiate.

Piagnete pure ‘n po’…si ve dà pace…
ma poi pierete a vive come prima…
così ha da èsse’…e viva chi rimane…!

Pe’ me va bbene d’èsse’ sparso ar vento…
però guardate bene ‘nda do’ tira…
perché ‘n vorei pijamme pure ‘n vaffa
d’aggiunge all’artri pure doppo morto…!

martedì 1 marzo 2016

Ricordo!


In quella poca aria...
stretta…
tra muri alti…antichi
fermandomi…fermandoti…
m’accorsi del fondale antico ed alto.

Faceva sfondo chiaro
in fondo al vico buio…
uno dei tanti dove a passi lenti
s’andava verso…solo…il nostro andare.

Non importava che ci fosse mèta
il nostro stare…e l’essere…era mèta.

Il nostro passeggiare e le parole
in quel momento erano il Momento.

venerdì 12 febbraio 2016

LungoTevere.



C’è ‘n’aria…qui…
sur bordo de ‘sto fiume
che m’accarezza er viso
e ‘n mezzo a li capelli sembra dita.

È Roma che se mostra com’è lei…
o mejo come lei vorebbe èsse…
come sarebbe lei senza la gente.

Sarebbe Roma…e basta…
bella e nuda…
d’un bello che s’accumula ner Tempo.

Er fiume passa lento…e non più biondo…
da mo che nun l’è più.

Ma si te metti attento…
e appizzi ‘n po’ le ‘recchie…
senti l’acqua parla'
mentre va verso er mare
sotto a li murajoni.

Te sembrerà che Roma sta lì solo pe’ te
che sete solo ‘n due…tu e lei…
senza nisuno che rompe li cojoni.

A dillo pare facile…a fallo ‘n po’ de meno
ma basta da riuscicce solo pe’ du’ minuti…
e Roma se fa tua…se lascia svergina’.

lunedì 1 febbraio 2016

Ectoplasma di parole.


Lo scricchiolar dell’ore della notte
nel labirinto dell’orecchio sale
e quando in cima…bussa a porta chiusa…
ma non assorda il suo rumor di busso.

Nel dentro della sala l’immagine ristagna…
stando a mezz’aria presenzia al Sé di Lei.

Il Tempo…intanto…fuori…ticchetteggia
facendosi compagno e confessore…
pur se parlargli è cosa strana assai…
ma assai più strano è quel riuscirci sempre…
quel sempre che mi fa sentire bene.


lunedì 25 gennaio 2016

I moti del Tempo.



Anche se il Tempo coi suoi moti
s’è mosso in modo che non c’eravamo…
saremo quel che siamo e siamo stati.

Amandoci in maniera strana e rara
ci siamo resi parte l’Un’ dell’Altra
nell’Alchimia che mescola le Vite…
ma l’Alchimia si sa è non è una scienza…
resta qualcosa dove il mito impèra…
dove il mistero regna e resta Re.

Non c’è dato il sapere dei “normali”.