Dal sottile di un buco nel cuore sottile esce l’urlo sottile
come filo nero e rosso da rocchetto di coscienza
lo accoglie cruna d’ago come mani giunte
per ricucire strappi di un’esistenza illusa
brandelli di un tessuto trama esposta al vento velenoso
che spira da tramonti rugginosi su linee orizzontali come lame di falce
reale pericolo di mietitura anticipata e sapore di ferro avvelenato
presagio di attacco
presagio di inutili difese.
Mi affretto come sarto a ricucire prima che il soffio infido di Eolo definitivamente irrompa
a riempire l’ultimo spazio di vorticoso caos
il mio spazio cantina della vita
riempita di paure e desideri
di cose pure e impure volute e non volute
di amori travolgenti e poi travolti
di desideri fattisi diamanti
di desideri fattisi pattume
ma il vento velenoso non lo voglio
voglio che tutto resti come è nato
come al principio l’ho voluto io....chiaro
perché il mio Io sappia chi son stato!
* io ho voluto la chiarezza iniziale