mercoledì 31 luglio 2013

Spleen Vortex



Dal sottile di un buco nel cuore sottile esce l’urlo sottile

come filo nero e rosso da rocchetto di coscienza

lo accoglie cruna d’ago come mani giunte

per ricucire strappi di un’esistenza illusa

brandelli di un tessuto trama esposta al vento velenoso

che spira da tramonti rugginosi su linee orizzontali come lame di falce

reale pericolo di mietitura anticipata e sapore di ferro avvelenato

presagio di attacco

presagio di inutili difese.

Mi affretto come sarto a ricucire prima che il soffio infido di Eolo definitivamente irrompa 

a riempire l’ultimo spazio di vorticoso caos

il mio spazio cantina della vita

riempita di paure e desideri

di cose pure e impure volute e non volute

di amori travolgenti e poi travolti

di desideri fattisi diamanti

di desideri fattisi pattume

ma il vento velenoso non lo voglio

voglio che tutto resti come è nato

come al principio l’ho voluto io....chiaro

perché il mio Io sappia chi son stato!


* io ho voluto la chiarezza iniziale

lunedì 29 luglio 2013

Diobetacarburetilbutancianuro

L’aria pesante che si respira dai pori, non dal naso, che quello ormai è fuori uso da parecchio, comincia a creare difficoltà già a metà giornata ma per fortuna di acqua, seppure lurida, ce n’è a iosa.

Ampi specchi sparsi in tutta l’area metropolitana…specchi neri ma che però riflettono come ossidiana la luce smorta del sole, che con la luna, continua a restare fermo nel cielo bigio.

Per fortuna, dicevo, che ci sono questi specchi dove posso gettarmi per recuperare un po’ d’ossigeno avariato…ma sempre meno di quello che assorbo con i pori dall’aria…certo che nelle branchie se ne sente il gusto disgustoso ma dai e dai mi ci sono abituato, si fa l’abitudine a tutto...a tutto ciò che non sia definitivamente mortale intendo.

Bisogna stare attenti però a gettarsi in questi specchi neri, dove non si vede ad un pollice dal viso…io mi ci sono strappato via la membrana tra il medio e l’anulare, nuotando, con qualcosa di duro e tagliente…probabilmente una parte metallica sommersa di qualche architettura industriale…direi anche arrugginita…mi si è infettata la mano e la membrana non si è più riformata.

Le uscite sono brevi, capirete, tanto per procurarsi il minimo necessario in qualche megadiscarica o alla borsa extranera…lì solo quando si ha la vitale necessità di procurarsi il superfluo, pena la pazzia dovuta al desiderio appunto del superfluo.

Procurato quel che si doveva è bene ritirarsi nella propria buca, meglio se in periferia…la mia è abbastanza confortevole…un’ampia entrata ben rotonda, due comodi ambienti su due livelli e addirittura, appena fuori l’entrata, un metro e mezzo quadro di orticello che mi produce dell’ottima verdura a foglia filiforme… che quella a foglia larga assorbe troppo diobetacarbuetilbutancianuro…che vi assicuro non fa bene affatto, specie al sistema linfodrenante del mio organismo.

La settimana scorre cercando di arrivare alla domenica, ammesso che si sia avuto cura di tenere aggiornato uno straccio di residuo cartaceo di calendario di quando se ne vendevano…aggiungendovi l’anno di anno in anno…ed ovviamente i giorni, chiaramente per sapere quando è domenica.

La domenica di solito vado al mare e mi diverto un sacco a saltare da uno scoglio sullo strato di catrame che ricopre l’acqua e che fa le stesse funzioni di un tappeto elastico…salti e capriole nell’aria…beh adesso devo andare che oggi si prevede una tempesta elettromagnetica con fattore 11.5…meglio chiudersi in buca, passerò il tempo passando il tempo.

venerdì 26 luglio 2013

Autostrada



Già clandestino al casello d’entrata

sgommo di scatto e incontro l’asfalto...

poi è anche caldo e si fa appiccicoso.

Manco è iniziato e il viaggio è già stanco,

5 marce non sono abbastanza…procedo lento

con vento contrario…quanti nodi?

Non so...ma mi sento legato.

Meglio fermarsi nella prima area

dove la gente usa cestini per rimasugli di fami placate

ma non c’è spazio tutto occupato…park strapieno,

sedili dormienti, acqua impotabile, ombra contesa...

tutti stanchi già dopo il casello?

Andiamo bene il viaggio è lungo

con questo inizio il dubbio mi mangia...

che stiamo a fare su questa autostrada

siamo in troppi con pochi servizi!

Chi ha pagato si mangia le mani e i clandestini hanno meno paura,

perso per perso stanno meglio loro,

non hanno dato in cambio di niente!

Metà della meta nemmeno si vede..quella intera è un miraggio irrisolto!

Colonnina S.O.S. rigidamente occhieggia rossa di vergogna.......dice:

Sono rotta senza intervento...inutile a me e a te non servo,

scavalca il newjersey e cambia strada

o accampati qui e aspetta per anni.

...forse la prima è la svolta migliore!

Attendere anni procura dolore

meglio riavvolgerti e passare dai campi

domenica 21 luglio 2013

Poesia romanesca che dice tutto e ‘n dice ‘n cazzo.


Ma sai che sei ‘n ber tipo Anima mia!

Stai sempre chiusa drento e ‘n sorti mai.

Ma che te credi che la gente ‘ntorno

te possa riconosce lì anniscosta?

Ma fatte vede nun ave’ paura!


Eh!..dici bene tu che sei de ciccia!

Ma io se sorto me disperdo ar vento

‘ché l’Anime nun c’hanno peso arcuno.

Si come dici tu me faccio vede

tu t’aritrovi come Don Farcuccio

co’ ‘na mano davanti e ‘n’artra dietro!

Te scambiano pe’ matto oppure santo...

e poi so’ cazzi tua...guarda er passato.

Resta de ciccia, bello!...e statte carmo.

Nun fa’ vede’ che me te porti drento...

lasciame qua tranquilla appennicata.

Ormai ‘sto monno nostro è d’ossa e carne

de quello che c’hai drento se ne frega.


M'anvedi tu come me so’ ridotto!

A parlamme da solo e trova’ scuse

pe’ nun fa’ niente e omologamme ar monno

pe’ nun ave’ rotture de cojoni

e stammene tranquillo drento ar buco.

venerdì 19 luglio 2013

Grande amico Rasoterra



Cadendo dai pistilli...il polline nevicava l’aria che tremula di caldo s’elevava e Rasoterra tra nevicata d’oro e tremolante caldo andava tra malve gigantesche ed eleganti spighe…andava a compiere uno dei lavori che normalmente era consuetudine e necessità fare in questo particolare caldo periodo.

Andava Rasoterra a mungere Afidi sulle piante di Rosa Malgrigna dove loro erano soliti pascolare tra spine e boccioli…era un lavoro che non gli piaceva affatto e stavolta la sorte lo aveva puntato…non piaceva a nessuno mungere Afidi perché era un lavoro da contendere alle formiche che è risaputo si ritenevano da sempre uniche ad aver diritto di mungitura delle mandrie afidee.

Queste cose le conosco perché non è la prima volta che incontro Rasoterra…ah Rasoterra è un simpatico rappresentante del popolo Bassihssimih…e Rasoterra non è il suo vero nome…che una volta me lo disse ma la sua impronunciabilità rende impossibile anche scriverlo…l’ho battezzato io così visto che in effetti è più basso della suola delle mie scarpe.

Da quando miracolosamente un giorno che passeggiavo nel mio parco (non mio in realtà ma mio ugualmente) non l’ho schiacciato sul bordo del sentiero…Rasoterra va sempre in giro tra erba e sassolini fichiettando guardingo ommeglio emettendo un suono simile a quello di quando ci fischiano le orecchie però più cadenzato che sembra una marcetta lontana.

Rasoterra non è come potreste immaginarlo perché non potreste e quindi non cercate nemmeno di immaginarvelo.

Rasoterra è uno che ha in se le caratteristiche di tutto quello che lo circonda e nel quale lui si muove come fosse lui stesso quello che lo circonda…in pratica si muove come se si muovesse una parte del tutto di cui lui è parte.

Dicevo che da quando non l’ho schiacciato è diventato la mia guida particolare dei minuscoli particolari del grande parco…seguirlo a volte è cosa comica alquanto in quanto debbo portare l’occhio al suo livello che appunto è raso e un occhio raso comporta ginocchia e orecchio a terra e…culo in aria.

Ma da lì…con Rasoterra che accanto alla mia palpebra indica e spiega…beh ragazzi è tutta un’altra vista delle cose una vista da regressione temporale al tempo dell’infanzia e della meraviglia…che dopo una giornata di rotture di coglioni da veri adulti esauriti…è veramente una purificazione spirituale stare all’altezza di dove l’erba sbuca fuori dalla terra.



Grande amico…Rasoterra!

mercoledì 17 luglio 2013

Ruscello



In comune col lago non hai niente

del mare non conosci l’esistenza…

tra loro...il fiume, tuo emulo grandioso.

Ma i rivi tuoi si parlano d’appresso,

gli steli d’erba ti suonano a violino.

Selvatici colori di corolle e sassi

son resi astratti da chiarezza in corsa.

Tritoni e rane di te hanno fatto casa,

gli uni crestati a spasso sul tuo fondo,

le altre, guardinghe al passo dell’umano

mi guardano e non spiccano alcun salto.

Ci son momenti che l’umano stato

lascia lo spazio a quello ch’eravamo,

le rane l’han capito e restano sorprese.

Sentire che il mio passo non spaventa

mi fa sentire quel sapor di Terra

come avessi radici e non due piedi


e intanto nel suo letto l’acqua scorre…

verso qualcosa...

che non sa e non so.

sabato 13 luglio 2013

Bomba



Sottocutanea parassita della polverosa pelle del mondo

piccolo metallico diavolo di variforme aspetto

sensibile al tocco di saltellanti leggeri pesi BAMBINI

micidiali aculei taglienti lame mutilanti schegge

per ridurre in silenzio o a lamentosa vita ESSERI ed ESSERE

deflagrante acciaio lingue di fuoco

polvere agli occhi buio nella mente

esplosione BOOM…..silenzio..e intorno

pezzi di ferrea morte in morbida carne

pezzi di ossa come sassi mimetici

ridotti al silenzio o al lamento per sempre

ed i creatori di morte si ingozzano di morti

asciugando la coscienza al sole tropicale

occhiali da sole oscuranti per non vedere il fuoco della vampa

drinks ristoratori per gli aridi cuori..cuori?

fiche a gettone a bordo piscina

il tutto dipinto perbene di blu.





…li immergerei nel rosso piscina del loro sangue!

giovedì 11 luglio 2013

a Jack Kerouac...scritta con la mia cara amica Pozzanghera




il tuo sguardo solitario disilluso hobo

idealmente sono stata tua ombra

sui freddi pianali di vagoni vaganti nel nulla

nulla di un’America vasta come il vuoto che attanaglia

erano gli anni della nuova frontiera di menti sbranate da voglia di…essere

essere quelli che il mondo vedeva nemici della sua voglia di normale anormalità del tedio

a Te jack…ai tuoi alcolici giorni…alla tua disperazione dispersa nei deserti e ritrovata in sobborghi

a Te che hai vissuto eremitando a Big Sur guardiano dei boschi guardiano dell’anima tua e quella del mondo

a Te alle tue corse in auto scassate con pazzi poeti sballati di gioia d’amore d’incredibile vita stravolta
e verità sperata

a Te…alla tua rabbia ed al tuo grande Amore!

a Te che ci hai ispirato rabbia e Amore

per una vita che non sia sprecata


..e a ricordo di Fernanda Pivano



lunedì 8 luglio 2013

Ce sta ‘no spicchio chiaro





Er bello de 'sta Roma quann'è notte

è che t'appare tale e quale a te,

quanno te chiudi ar monno pe' sarvatte

da tutto er male che nun voj vede'.



Certo devi sape' ndo so' li posti,

quelli anniscosti, fori da sto circo

dove de giorno se fa 'n gran casino

e ndo' la gente, pure quann'è notte,

s'addanna pe' nun fasselo manca'.



Ce sta 'no spicchio chiaro de lampione

che pare de 'na donna er decolté,

color de pelle ambrata infrà li muri

ch'acquisteno er colore der velluto

a quella luce che me dice…vie'.



E io ce vado come fossi amante

de quella pace carma che ce sta,

me fermo a respira' quell'aria antica,

'n barsamo che dura quanto basta

pe' fa che 'n petto er core me ribatta.



Eppure nun so' mica 'n piagnifregna,

uno che penza che er passato è mejo…

de trasgredi' nun me so mai schifato.


Però che v'ho da di'…fora da st'angoletto

er monno nun po' èsse più perfetto.



giovedì 4 luglio 2013

La parola del Mondo







È nata come rombo di vulcani

ad ascoltarla c’era l’Universo

come in attesa fosse di neonato

Tutto ciò era…Ora non più

♦♦♦



Ci siamo Noi a coprirne l’espressione

sordi che urlano l’uno all’altro in faccia

mercoledì 3 luglio 2013

Fiala/strocca + Optional




Questa breve fiala/strocca

Non pensate che sia sciocca

Sol perché or non vi tocca

Non riempitevi la bocca

Sol per darmi qualche stocca

Ma pensate a una bicocca

Dove qualcuno con la bocca

Da mooo cibo più non tocca

E pensate “a me non tocca”

Ma se poi il tempo scocca?

Anche tu che metti in bocca?



Fiala/strocca perché amara

Come pur la vita avara

Pensa bene a quel che fai

Prima o poi anche tu VAI

Non tenere tutto te

Lascia un poco anche per me!



Ed ora OPTIONAL:

(rilassante)



Il Sistema Solare

SOLO

SOLA

SOLI

SOLE