Ricordo la sera
in cui quei pensieri…
estranei al momento
che avremmo vissuto…
si posero lì…
tra me e le tue gambe...
che aperte e arricchite
dall’autoreggenza…
calzate di lucido nero di spillo
mostravano labbra
celate agli sguardi.
Un caldo raccolto
che andava raccolto…
-ma questo non fu-
poiché il mio pensare
planò come falco
artigliandomi stretto…
mi portò via...
e vidi quel roseo
adornato di nero
restare qualcosa toccato
e non preso.