Mi sembrava di sentire la
voce dei 120.000 abitanti di Reykjavik
ma non era, era invece il
Vento delle Cime, che a quell’ora passava
accompagnato dal suo amico
di sempre…il Freddo -40. Indivisibili!
Solo raramente uno dei due
restava da solo, sulle Cime…a meditare.
Era l’ora della Lunga Sera
in cui il Paesaggio si sposava col Cielo
ed insieme giocavano ad
indossare la seta luminosa delle Aurore.
Si scambiavano i ruoli
capovolgendo il Mondo…ridevano forte!
Era anche l’ora del
Silenzio immusonito…dal Vento delle Cime
che col suo sibilo gli
toglieva un po’ del suo ruolo…e che cavolo!
Lo sentivo mugugnare…in
silenzio chiaramente! eheheh.
Quando il Vento se ne stava
sulle Cime, Lui imperava maestoso!
La Fiamma si accaniva sul Ceppo gelato, appena prelevato dalla
legnaia,
tentando di scaldarlo ma
cosciente che lo avrebbe ridotto in cenere.
L’Amore tra Elementi
trasforma nel contatto lo stato primitivo.
Questo pensavo, mentre con
le mani raccoglievo il Calore
prodotto dai due “amanti”, ormai accomunati
nel Rosso consumarsi.
Fuori lo scricchiolio del
Ruscello…scricchiolava…giuro!...
dava manforte al Vento
delle Cime ad indispettire il Silenzio.
Eccolo…il tremolio delle
assi del pavimento, leggero, carezzevole.
Tenevo apposta i piedi
nudi, poggiati, in attesa del massaggio.
E puntualmente arrivava,
regalatomi dal Geyser della Valle
brontolone ma prodigo nel
permettermi bagni caldi, alla faccia del Freddo -40.
Era gustoso il sapore
della þurrkaöir kjöt
ammorbidita al vapore
accompagnata dal morbido
giallo delle kartöflur…cena da Re!...
chiusa con un ricamato e
gustoso laufabrauö…nonché…
una sorsata di Brennivin…ma
sii…anche due!
Vedevo il riflesso del
Fuoco nei cristallini dei miei occhi.
Mi sentivo parte di una
Totalità Corporea che non permetteva distinzione
tra Fuori e Dentro…ma solo
appartenenza ad una misteriosa Unità.
Prendevo Sonno nel Sonno
del Mondo.
Una sera di mezzo tempo nel
Tempo di Mezzo.
Driiinnnn…la realtà mi
assale…il Tempo Presente mi assale
è un assalto totale che
vuole abbattermi…che non vuole il Sogno!
♦
Ho in bocca il sapore
della carne secca, del giallo delle patate e…
il calore del Brennivin
nello stomaco…forse ho lasciato l’uscio socchiuso,
-certamente passerà
Gáttaþefur*-,
debbo tornare a chiuderlo.
Buonanotte.