venerdì 31 maggio 2013

Poesia mia


Vedo che
in verticale a specchio..
cielo riflette
ciò che sotto scorre
lenta carezza
a margini di voglia
fili di sfere e grani
a far tesoro di se stessi
all’occhio
suoni radenti ai volti
evocano
sospirante amore..che
ad astri astrattamente
parla
e di reali sogni si nutrisce
che il viso..libero da veli..
svela
il cuore..libero da corda..
fugge
ed Io che tra sipari
rendo l’anima a te
perché ne faccia
veste del tuo Io..
pongo le braccia
come stola al collo..
AMO

mercoledì 29 maggio 2013

Giro d'isolato periferico


Aria di muri grigi e di frontiera.

Saluti gomitate e occhiate sbieche.

Grandi sorrisi smorfie baci e lingue
tirate fuori e poi tirate dentro.

Offerte in saldo e mendicanti voci.

Teste girate voci un po’ verdastre.

Strette di mano e medi dritti dietro.

Parole a denti stretti o a viso aperto.

Spinte volute per buttare in terra
e mani tese a ritirare su.

Pensieri vòlti al bene-maledizioni dure.

Sputi-merde pestate.

Abbracci e calci in culo.

Baci e bestemmie.

Carezze e pugni in faccia.

Risate pianti disperazione e gioia.

Giovani in corsa e vecchi claudicanti
la vita e il suo declino.

Passi di gente che va verso una meta
chi non ha verso e va senza sapere.

Commesse con la noia scritta addosso.

Sguardi a vetrine e dentro i portafogli.

Urla di bimbi con rumor di schiaffi.

Due che si baciano appoggiati al palo.

Uno che bacia un palo per non baciar la terra.

Sguardi incrociati al massimo 1 secondo.

Statue di carne coperte da pastrani.

Dal forno odori da cassonetti puzze.

Odore di soffritto troppo presto.

Voci dalle finestre al piano terra.

Un cane piscia su pisciate secche.

Uno si porta dietro ossigeno su ruote.

Borse da spesa borse sotto gli occhi.

Gatto sul davanzale..........................................................................................................                    

Volo d’uccelli tra cornicioni e teste.

Piccione misto a sangue sulla strada.

Bar dello spaccio sembra un formicaio
ma la regina non si vede mai!

Banalità d’un giorno anche banale.

Solo d’un isolato ho fatto il giro
dieci minuti appena.
Pensa l’avessi fatto del mondo tutto intero!

martedì 28 maggio 2013

Mescalito


Nel paese
paese di mare e di storie rare
si dice
che andando in scogliera la sera
un’altra ti appare…lontana ma vera
con sopra qualcuno che guarda lontano...
che sembra guardare un’altra scogliera

Andandoci solo…la sagoma è sola
se vai accompagnato…è insieme a qualcuno
succede ogni volta che Sole tramonta
quando ogni ombra rientra nei corpi

Allora Luna candida/mente
fa del “prestigio” realtà separata
che rende l’aria uno specchio dell’IO
Sorrido al pensiero che Carlos mi veda
mentre mi vedo sull’altra scogliera
e Don Juan caro vecchio sciamano
mi strizza l’occhio e sorride sornione

lunedì 27 maggio 2013

Gustatevela ma gustatevela...


Tra una poesia e l'altra...una


...grandissima  Folletta!


domenica 26 maggio 2013

Stanchezza


Stanchezza si fa largo
fra muscoli e sinapsi

Rotola il tempo e schiaccia breccia
che bianca come l’ossa…polverizza
ed io risento del passaggio il peso

Anelo palma e cocco e sabbia rossa
dirimpettaio ad un Gauguin malato
il suo colore forte come il sole
ed i miei versi bagnati in blue marine

Non è poi così male la ferita
quella di passeggiate sul corallo
che stemperando il sangue dentro al blu
aggiungerà un colore all’universo

Stanchezza che conduce al buon riposo
Almeno per un po’…datemi tregua
lasciatemi disteso al bagnasciuga

...scambiatemi per alga e non per uomo

sabato 25 maggio 2013

Islensk dream


Mi sembrava di sentire la voce dei 120.000 abitanti di Reykjavik
ma non era, era invece il Vento delle Cime, che a quell’ora passava
accompagnato dal suo amico di sempre…il Freddo -40. Indivisibili!

Solo raramente uno dei due restava da solo, sulle Cime…a meditare.

Era l’ora della Lunga Sera in cui il Paesaggio si sposava col Cielo
ed insieme giocavano ad indossare la seta luminosa delle Aurore.

Si scambiavano i ruoli capovolgendo il Mondo…ridevano forte!

Era anche l’ora del Silenzio immusonito…dal Vento delle Cime
che col suo sibilo gli toglieva un po’ del suo ruolo…e che cavolo!

Lo sentivo mugugnare…in silenzio chiaramente! eheheh.

Quando il Vento se ne stava sulle Cime, Lui imperava maestoso!

La Fiamma si accaniva sul Ceppo gelato, appena  prelevato dalla legnaia,
tentando di scaldarlo ma cosciente che lo avrebbe ridotto in cenere.

L’Amore tra Elementi trasforma nel contatto lo stato primitivo.

Questo pensavo, mentre con le mani raccoglievo il Calore
prodotto dai due “amanti”, ormai accomunati nel Rosso consumarsi.

Fuori lo scricchiolio del Ruscello…scricchiolava…giuro!...
dava manforte al Vento delle Cime ad indispettire il Silenzio.

Eccolo…il tremolio delle assi del pavimento, leggero, carezzevole.

Tenevo apposta i piedi nudi, poggiati, in attesa del massaggio.

E puntualmente arrivava, regalatomi dal Geyser della Valle
brontolone ma prodigo nel permettermi bagni caldi, alla faccia del Freddo -40.

Era gustoso il sapore della þurrkaöir kjöt  ammorbidita al vapore

accompagnata dal morbido giallo delle kartöflur…cena da Re!...
chiusa con un ricamato e gustoso laufabrauö…nonché…
una sorsata di Brennivin…ma sii…anche due!

Vedevo il riflesso del Fuoco nei cristallini dei miei occhi.

Mi sentivo parte di una Totalità Corporea che non permetteva distinzione
tra Fuori e Dentro…ma solo appartenenza ad una misteriosa Unità.

Prendevo Sonno nel Sonno del Mondo.

Una sera di mezzo tempo nel Tempo di Mezzo.

Driiinnnn…la realtà mi assale…il Tempo Presente mi assale
è un assalto totale che vuole abbattermi…che non vuole il Sogno!
 Ho in bocca il sapore della carne secca, del giallo delle patate e…
il calore del Brennivin nello stomaco…forse ho lasciato l’uscio socchiuso,
-certamente passerà Gáttaþefur*-, debbo tornare a chiuderlo.

Buonanotte.

Impossibile esegesi


Impossibile l’esegesi di un amore…ma
se fosse possibile...
chi si proverebbe a significarne la nascita?
Col rischio di misterizzarne la morte.

Così che poi, si troverebbe con 2 interrogativi
e se l’esegesi riuscisse in parte…forse 1 sola risposta!
Che mai soddisferà l’esegeta!

venerdì 24 maggio 2013

Vergogna


Culi di ragni su amaranti velluti
la sala di legno postribola e suda
intreccio di tela intessuta d’inganno

La bava di ragno invischia il paese
nel Parloemento sputazzano legge

Vergogna mi prende per chi ha consentito
per quella sinistra con solo due alucce
che sembra una mosca in tela di ragno
inabile a dare strattoni e volare

Vergogna mi prende per questo morire
del rosso non resta che un triste ricordo

Qualcuno sperando con forza ha lottato

Vergogna d’avere la lotta annullato

giovedì 23 maggio 2013

Peristalsis vitae

Ferrosi e oscuri stomaci ormeggiati
attendono bocconi di carne teli e ferro
tenuti insieme da corde strette intorno
e scure braccia strette con amore
a render quieto il sonno di bambini

Esser mangiati non fu mai una scelta
può essere fortuna esser chi mangia?

Guardando il faro antico sulla roccia
come ad oracolo chiedo una risposta
lui che una volta perforava il tempo
con lama che le tenebre tagliava

Ma poi capisco ch’è solo opera umana
solo all’attracco guida...non darà mai risposta!

Così...fissando in basso
resto a guardarli in quel partire lento


Non essere con loro mi consola?
Un altro dubbio lasciato andare al vento

Saranno digeriti dalla rotta
e poi
la peristalsi li spingerà ad uscire
depositandoli dov’ebbero i natali
e nuovamente torneranno indietro
lasciandosi ingoiare come oggi
dal ventre galleggiante della vita

Prima digestio fit in ore...et peristalsis expellit

Sogno che della terra...



Sogno che della Terra qualcosa sia rimasto
qualcosa come di zolle scassate da trattore
scomposte in nebulosa di frammenti
ma sparsi senza un senso in cui ruotare
perché di senso non c’è più ragione
son disgregati poli e nucleo denso

Questo sentirmi osservatore esterno
mi mette ansia…quasi che un volta
io fossi stato lì dove ora è il vuoto
tra quelle zolle senza più coesione

Se Dio esistesse per lui sarebbe un gioco
ora
di farne puzzle tridimensionale
ricompattarle e riportarle a Mondo
rimetterci quei poli ora dispersi
e al centro il nucleo a baricentro vero

Ma se prima di farlo si chiedesse...
perché ridarle quel suo mite aspetto
azzurro in mezzo al buio d’Universo
che è stato usato a mascherare morte
forse non rifarebbe il grande errore
di volersi riflesso in uno specchio