giovedì 26 settembre 2013

Lo sguardo dei pensieri



S’aprono…
palpebre dei pensieri
sui passati passi a spasso nel presente.

Occhi distratti sull’antiche pietre,
umor nei palmi caldo come l’aria.

Sfiorano…
fremiti come d’ali…gabbiani sulla pelle,
il fiume scorre e lo segue il tempo.

Parole mute…e lievi…
e i baci…
come tornati a liceali amori.

S’apre…
lo sguardo dei pensieri al nascere dei giorni
e d’ogni giorno ne fa d’allora l’oggi.

sabato 21 settembre 2013

Raccontino soggettivo

Mal sopportava d’essere oggetto delle continue aggettivazioni che quegli oggetti, oggettivamente (dal suo punto di vista), non si sarebbero mai dovuti permettere di proferire nei suoi confronti.

Lui, che si sentiva soggetto agente, non oggetto complementare a quel branco di idioti che, invece, erano oggetti non agenti di un Sistema che dagli oggetti (animati e non) ne traeva la propria dinamica di potere. 

Non si era mai visto che la grammatica consentisse ad un branco di insulsi oggetti di rivolgersi ad un soggetto come se fosse una semplice parentesi…e per di più nemmeno graffa…quindi decise di abbandonare quel discorso che effettivamente stava prendendo la brutta piega che lui chiamava I.E.S.A. (Induzione all’Emarginazione dei Soggetti Agenti) e se volessimo allungare l’acronimo potremmo aggiungere P.S. (da Parte del Sistema).

Con uno scatto della prima e l’ultima delle lettere che formavano il suo corpo, saltò fuori da quell’ammasso di parole, congiunzioni, articoli, oggetti, verbi, virgole, punti e quant’altro di norma concorre a dar luogo ad un discorso.

Saltò fuori lasciando uno spazio bianco.

Di solito la cosa importante del discorso è l’oggetto del discorso ma ora, che l’unico soggetto era saltato fuori, il branco degli oggetti non agenti rimase interdetto vedendo sparito il soggetto oggetto delle loro aggettivazioni (peralto non loro ma indotte).

Si creo una discreta confusione, gli oggetti rimasero muti a guardarsi tra loro ponendosi le più disparate domande (anche imbarazzanti) suscitando l’ira del Sistema, il quale decise di trasformare gli oggetti non agenti in agenti oggetti che potessero catturare il soggetto dissidente e riportarlo nella logica “sistemica” del discorso.

Non è che il Sistema si preoccupasse della mancanza del soggetto in quanto tale, ciò che lo preoccupava era in effetti la mancanza di un soggetto che potesse essere fatto passare per “cattivo soggetto”…e quindi far sì che gli oggetti potessero sentirsi “buoni oggetti”…buoni come il Sistema!...condizione congeniale al Sistema per portare avanti il suo discorso!

mercoledì 18 settembre 2013

Er montarozzo

Me so' disteso su 'sto montarozzo
tarmente granne che puro s’è rotonno
a me me pare piatto...
così che m’arilasso anco la schina

Ma 'n filo d’erba 'nsiste
a fa' de recchia destra seratura...
s’enfila drento er timpano smucina...

ohhh...
a filo de 'n erbetta!…e mica so' 'na porta!
e tu nun sei ‘na chiave!

Sarà mica ch’er monno...se vò 'mboccà qua drento?

Guarda che qua ce stò sortanto io
se entri te me tocca uscì de fora.

E mò a 'sto punto me spicca 'sto penziero:
Esco da me p’annammene ner monno?

La cosa me spaventa...ahh no no!

Leva sta chiave verde e nun apri' sta porta
sto tanto bene chiuso 'n quattro mura...
solo er penziero de dormì de fora co' l’erba che sfastidia...
me fa aggriccià la pelle.

Ma che davero mo stò senza casa
come 'n barbone buttato 'n mezzo ar prato?

E poi tra 'na mezzora è mezzoggiorno
me tocca arzamme a rimedia' la stozza...
chissà se oggi magno o stò a diggiuno...
ieri ho magnato?...boh nun m'aricordo!

Pure s’è stato...mo c’ho ancora fame
la panza ripropone 'sto probblema.

Ma com’è stato sto decadimento?

Penzavo che la vita nun cambiasse
che colazione pranzo e pure cena
fosse 'na cosa che spettasse a tutti!

Eppure m'aricordo che 'na vorta
magnavo bene e pure tutti i giorni...
primo seconno...pure 'n ber contorno

Magnavo e nun penzavo ai disgraziati...
quelli che quanno passi giri er grugno
pe' nun vede' la faccia della vita
che pe' fortuna è d’artri...mica tua!

Ammazza che dormita...e brutto sogno...
d’ave' dormito quasi me vergogno!

lunedì 16 settembre 2013

La Poesiuola Ovale

La Poesiuola Ovale
come Nutella esposta a solleone
con lentissimo colare si spalma molla
su strati substrati di coscienza antropomorfa
spigoli ottundono ossa scoperte e tendini precari
la tolleranza ai colpi diventa indubbiamente dubbia
l’inesistenza di movimento diventa fobia dell’avanzare
verba volant soffiate via a compressione d’aria chiusa
semplicemente come se sparate dal fucile di baraccone
vinci spauriti orsetti sdruciti di filaccio scadente
scadente come il pensiero corroso da acido vitalico
ti cola nel colletto come sudore insano e vano
se tiri strattonando il filo cede- - -stack
difficilmente si ripesca il senso
nuota veloce in fondo

P E R S O

sabato 14 settembre 2013

Che me cale?

Mi squarta questo essere nel mondo
come un coltello di macelleria.

Cerco di non sentire questa lama
faccio l’ignavo per non sanguinare
ma il sangue cola e non si può pulire
rimane in terra denso come l’ombra.

Mi squarta questo essere del mondo
dove si vende carne in cambio d’oro.

Milioni d’ombre umane son mutate
in pozze che del sangue hanno l’odore.

Me sa che vado al Centro Commerciale
così me sento più superficiale
e scordo 'sto dolore che m’assale.

Bell’invenzione il Centro Commerciale…
te mischi in mezzo all’artri e nun stai male

E poi tra 'n po’ è Natale…che me cale?

mercoledì 11 settembre 2013

Io………………..Te

Sfuggono momenti che il fine di se stessi non vien letto
gli occhi puntati nel tempo a venire invocano futuro
così il presente ghiaccia...scheggiandosi in freddezze
e ci si assale in cuore con afonici accenti senza eco
l’amaro senso del mancato ascolto l’orecchio lecca
brivida è l’esistenza persa facendo scempio dell’odierno.

Ma tu che sai di più…che sai di più di Te?

Oh si lo so!...la sicurezza è quella che ci rende veri!...Vero?

L’esser capaci di capirsi appieno fino al dentro profondo
quello oscuro...quello che io non so o non so indagare...
e tu che sai e che sei…perché sei donna priva di qualcosa?
...a me trapassa il vuoto muto che fredda come freon.
Sai che ci si raccoglie in giorni lunghi come lontananze
in stanze che hanno perso il senso del fare ed esser parte.

Io……………………………………………………..Te
vedi?...siamo lontani al punto da toccarci…perché?
...resta il mistero

domenica 8 settembre 2013

il cinema

Tutte le sere uno spettacolo nuovo / dalla poltrona / davanti alla finestra / poteva vedere benissimo lo schermo / dopo la cena quello era il suo mondo / il cinema all’aperto…e gratis / coi film ci piangeva e rideva / si esaltava e disperava…gioiva / impaurita si copriva gli occhi o spalancava meravigliata la bocca / a volte la rabbia saliva elettrica e un filo di bava colava sul mento / a volte gridava agitata per scene già viste e allora qualcuno entrava veloce a tirar giù la tapparella e il muro bianco del palazzo di fronte spariva…insieme al “Suo” film di quella sera / una voce ordinava:…infermiera…la leghi!....Dopo…/ sedata / ……………………………dormiva e sognava.