giovedì 25 giugno 2015

Cloaca Massima (Ignavia)

Ricordo...e ricordo la mia amica Pozzanghera...e le tante cose pensate e scritta insieme...
Pozzanghera cara amica mia...ti ricordi questa...scritta insieme...quel giorno che passammo sul ponte? Ricordi...pensavamo le stesse cose...nello stesso momento...quasi sembravamo una sola persona...!



Lo vedo a 2 metri dall’acqua…quella verdastra del Tevere
seduto che guarda il fiume incurante.

Dietro lui la cloaca…quella Massima…quella storica
la sua incredibile stanza…monolocale semiarredato.

Tre pareti ed un vuoto sul fiume…ed in mezzo un rigagnolo d’acqua di Roma.

Sotto la volta ad arco...letto...dispensa e stenditoio.

Caspitaaa anche l’angolo cottura!!!

Un filo teso da parete a parete e sopra una coperta che tirata crea privacy...
una parete mobile...veramente una chicca d’arredo.

Poi vuoi mettere la vista? mica da tutti...Ponte Palatino...e l’Isola Tiberina
e oltresponda guarda...Trastevere.

E la sera...ahhh la sera! che dire del Lungotevere?

Platani e lampioni...una poesia!

Si è accorto che guardo…mi guarda a sua volta
fa cenno...che dice? ah...forse saluta.

Ma credo che dica: che cazzo te guardi da sopra quel ponte?

Vuoi stà al posto mio? Mi casa es tu casa...che dici?...ce vivi? contenta e felice?

Capisco che dice e mi sento diversa!

Diversa da che? dal peggio o dal meglio?...da lui malestante o da noi benestanti?

Domande irrisolte ne avevo già tante adesso rincaro la dose e ci penso.

Mi sento un po’ male...ma alfine che importa...è lui mica io!

Che brutto pensiero...che brutte radici!

Bisogna che prenda un trattore e le estirpi!

sabato 20 giugno 2015

Convinzione.



Se fosse l’aria smossa
da l’ala d’un uccello
sarebbe più pulito e mosso…
il tuo pensiero.

Ma è fermo…
come un sasso ‘n fondo al fosso.

Muore d’ipossiemia…
e tu…seduto…
oppur seduta sulla sponda…
lasci che muoia…
convinto oppur convinta…
come t’hanno…
che quello che tu vedi
è solo un sasso
gettato da qualcuno
dentro al fosso.

lunedì 8 giugno 2015

Non essere del posto


Il mio di palpitar certo è rimasto
nei vicoli di dietro all’angiporto...
nel mio mettere passo dopo passo
sapendo di non essere del posto.

Straniero ad un Amore d’altro spazio…
che ho amato...ed amo adesso.

L’amarlo mio…però…
è quasi come un sogno…
perché il reale me ne tien disgiunto.

Parlare è vano...oppure sembra strano...
oppure è...
qualcosa che non solve l'insoluto...!

venerdì 5 giugno 2015

Stanco.


brevità poetica

Dentro si sente un peso…pesare.

Zavorra di stiva ch’è buia nel buio...
nascosta alla luce di Sole e di Stelle

…lei pesa…!