mercoledì 23 ottobre 2013

Gocciarsi e rigocciarsi

Mi cado come goccia
mi sento nel gocciare
mi cerchio in superficie.

Concentr(ic)o me stesso
rimbalzo sulle sponde
di mia circon(inter)ferenza.

Ritorno centro al cerchio
dove mi guardo in tondo
prima di rigocciarmi
a farmi cerchio al centro
La vita sono onde dal centro a tonde sponde
che servono a fermare il nostro debordare

venerdì 18 ottobre 2013

Niente da capire (per oggi!...e per domani?)

Tra timo ipo e talamo
in molti labirinti
Io
passeggero...(ò)
disinSvolto nel passo.

Il desiderio impunta
in puntuali segni
che il dito sente
e gusta in punta d'unghia.

Tra un graffio e una carezza 
avanzo
tra carne senza uscite
dietro angoliretti/netti
aspettative stanno
in sinuose curve
sbracate nel contrasto

A capire rinuncio
e con la lingua lecco
lascio lo stecco in solitaria
a disseccarsi all'aria.

Non mi capisco più
e per di più capisco
che il non capire d'altri
insiste senza sosta.

Nero su bianco
è
l'unica importanza
concessa a questo foglio.

Che tanto non si trova spiegazione
nemmeno al punto
disperso in mezzo al bianco.

lunedì 7 ottobre 2013

Terapia di gruppo

Ragazzi eccomi qui/seduto sulla mia sedioletta/con le braccia abbandonate sulle cosce e le manine tra le ginocchia/in questa stanzetta di terapia di gruppo/in cerchio tutti che ascoltano quello che dico(perché è il mio turno)/si parla di rapporti che nascono e muoiono/che fanno nascere(rinascere) e che fanno morire(eheh…rimorire non si può dire!....o si?) e comunque dei perché ci si perde dopo essersi trovati/…ci si perde perché siamo nel giusto giudicando l’altro che sbaglia o perché siamo nel torto giudicando l’altro che invece è nel giusto/in ogni caso un senso di sconforto si aggrappa alle nostre spallucce che solitamente/al contrario di quanto andiamo dicendo/ non sono forti e larghe e quindi quel senso sconfortante deve ancor di più affilare i suoi artigliucci per affondarli nella carne e non scivolare giù/…ahhh e come lo fa bene! Per quanto ti agiti e scrolli lui resta lì indosso/ come un maglioncino di lana in piena estate/…quindi oltremodo fastidioso direi antisalutare. A questa mia uscita tutti i seduti in circolo si fanno una sana risatina amarognola guardandosi con gli occhietti strizzati (tipo scambiamoci un segno di pace) e a questo punto ridacchio io amaramente/ per aver riattizzato i loro sensi di perdita/guardo l’orologio a forma di sole (forma adatta ad una stanzetta da terapia di gruppo) mi restano 2 minutini per terminare il terminabile nel breve lasso di tempo che ognuno ha a disposizione/…5 minutini (per non scadere nella pesante autocommiserazione di se stessi) perché passati i 5 minutini…ci si scade eh!! Una dei seduti in cerchio azzarda una domanda:/…e allora che bisognerebbe fare?NIENTE sbotto…accetti la perdita qualunque essa sia stata e ti prepari a subirne ancora!! Mi sento rosso in volto…un pochetto isterico ma sfogato ahhh sfogatoooo! Quelli e quelle a bocca aperta delusi/un tantino meno di quella che ha fatto la domanda /che mi sembra diventata un tappetino grigio/lascio passare i 30 secondi che mi restano/silente ed osservato da 11 paia di occhietti non più strizzati ma indecisi se guardare i miei o la mia mano alzata sopra le ginocchia/con il medio dritto verso il soffitto e intanto penso alla prossima seduta quando qualcun altro deluderà me!

domenica 6 ottobre 2013

A RUOTA LIBERA - scritto con la mia Musa.

Vivo perché parlo, o parlo perché vivo?
Ma anche un automa parla, o un pappagallo.
E anche chi non parla può possedere respiro, "qualcosa" che gli si muove dentro, oltre che una rete "idrografica" ed energie vitali.
Quindi, quando si è veramente vivi?

Ci si riferisce al corpo, o alla possibilità di ciò che si rende intensità nell’invisibile?
Un automa ha sensazioni? No certo. Dunque? Dunque non vive. E ne escludiamo uno!

L’uomo è un copia/crea nominandosi in qualsivoglia modo come termine di paragone.
Ma riuscirà mai a ri-creare dal nulla un nuovo essere vivente con lo stesso suo principio vitale?

Quello che muove le sensazioni, il sentire ed il sentirci. Quello che specula o sragiona, che assapora dolcezza e crudeltà; con tutto il possibile delle esaltazioni oniriche, reali e non, utopistiche, eccelse, depravate, amorali, anomale, e con altre specifiche … ad libitum e amen.

Oddio che casino sto combinando. Mi sento tutto ingarbugliato, come caduto in una vasca di cewingum: appiccicato, prigioniero, incollato. Quando invece vorrei essere libero!

E a proposito di libero: è il libero arbitrio/criterio di giudizio che distingue la vita dalla non vita? No, certo. O non solo.
Distingue semmai varie tipologia di vita.
Che poi si deve smettere di attribuire ad altri un valore oggettivato da criteri derivati dall’umana specie. O di stabilire cosa in effetti sia importante, o cosa non lo sia.
O il quantitativo patrimoniale posseduto da Pincopallo: genetico, acquisito, ed ecc.
Basta! Si finisca di catalogare ed etichettare, con spirito del giudizio insindacabile ed inappellabile!
Se dico che un topo fa schifo. E’ un mio punto di vista, non devo assolutizzarlo.
Se il topo potesse parlare. Potrebbe pensare la stessa cosa di me.

Ma vita è un’insieme di vite?
Un contenitore che ne contiene altre.
Un mondo incinto di mondi, di galassie, di universi, di gruviere nere…
Guardiamo dentro noi stessi. Anche oltre Freud e compagni. Sì, oltre a lui e ad altri fottuti speculatori investigatori dell’Animo/Anima, della psiche nevrotico/psicotica, schizo/paranoica, S.O.C/ maniaco depressiva.
Esistono miliardi di mondi, ognuno col suo sistema solare (microscopiche balene */ ed altrettante incommensurabili):
Microbi, geni , cellule, globi, bande di enzimi, corpi ed anticorpi, continenti carnali, semine e terreni più o meno fertili o fertilizzabili, globuli, tipologie proteiche, codici elicoidali, e poi ... oltre ogni oltre, fino all’essenza della follia.
Coi sistemi solari a concorrere fuori dal nostro pianeta; conosciuti e sconosciuti, scoperti e calcolati da Capoccioni dai rompicapo annessi, e calcoli elevati alle potenze millenarie impotenti che vanno all’infinito … e che nessuno può “realmente” controllare.

Dunque occasi con mondi ed esistenze in “miniatura”, e i loro opposti.
Perché vita è, e non mi riferisco solo alla genetica, ciò che comunque deriva da un altro essere vivente, che a sua volta deriva dalla cosiddetta Causa Prima.
La quale possiamo denominare come ci pare e mettere al vertice di ogni religione, poiché per tutte trattasi del medesimo Ente: con barba o no, e melanina a quantitativo variabile.

E quando questa Causa si nega? Si millanta, si diventa emblemi d’ipocrisia, pur con tutta la rabbia e la passione impiegate.
Perché non si può negare ciò che non esiste. Semplicemente non ce ne sarebbe la necessità.

Ci sono sostanze vitali diversificate dall’apparenza così scontata e consueta, ed eppure tanto incomprensibili, alla faccia di tutti i teoremi scientifico/chimico/matematici!
L’acqua per esempio, non ci pensiamo mentre ci laviamo o la guardiamo, o la beviamo.
Così semplicemente meravigliosa, ma in fondo scontata: mansueta nel prendere la forme del contenente; che resta se qualcuno non l’asciuga o se n’evapora discreta, ma nessuna mano può imprigionare.
L’acqua così innocente , trasparente e misteriosa, che democraticamente si colora, docile nel bagnoasciuga, ma terribilmente assassina quando inonda e affoga.
E potrei aggiungere anche stronza, perché in fondo non è possibile provare una sua assenza d’intenzionalità.
L’acqua, che più ci scroscia addosso, e più è intimamente incomprensibile nella sua Idea di base, al di là della sua formula chimica.
La definirei: materia insolita, ontica per eccellenza, come gli altri suoi fraterni Elementi denominati aria , fuoco, e terra.

Riuscirà mai l’uomo a creare un qualcosa che abbia gli stessi requisiti filosofico/spirituali dei quattro elementi primordiali, alias “quattro cavalieri dell’apocalisse”?
Dalla stessa valenza globale, da cui è partita ogni forma di esistenza?
Sì, se riuscisse a crearne un quinto!
No, perché per l’umana concezione attuale, e in primis scientifica, ciò appare impossibile oltre che grottesco.
D’altro canto, chi è stato partorito, crea in subordine a causa di un codice ereditato.
Quindi, non può realmente creare chi non parte da una tabula rasa, o non è Causa Prima:
chi non può auto-crearsi.

A questo punto la contorsione diventa “Nodo Contorsiano” stretto e con tutte le caratteristiche del nastro di Moebius, nel quale il lato che pensavi essere quello sopra è anche contemporaneamente quello sotto, dovuto al fatto che le estremità, semplicemente, sono state unite operando una rotazione del nastro sul suo asse longitudinale, in senso inverso relativamente ad ogni estremità presa come punto di applicazione della forza per operare tale rotazione.

Azz…e se prendessimo allora in considerazione un’ipotesi topologica del Creatore e del Creato? Potrei pensare ad un trasformismo morfico senza che siano avvenuti strappi, distacchi, tagli o altri tipi di traumi cari all’iconografia classica-clerical-bigottesque che, paurosamente, fanno dipendere in maniera definitiva e senza possibile riscatto dalla sudditanza, il Creato dal Creatore.

Visto che la ruota è libera, vado libero in salita verso la Causa Prima…ben sapendo che il viaggio durerà talmente tanto da trasformarsi in un’assoluta beffa della mente.
La definizione di Causa Prima, già spaventa di per sé, ‘ché essendo prima…oltre Lei…il vuoto/buio…l’inesistenza di qualsiasi arditissima concezione umana riguardante la natura del materiale/immateriale che concorre alla formazione di ogni forma di pensiero considerato tale.

Allora perché? Quest’insistente ostinazione a trovare questa Causa Prima che neppure ha provato il salto, dal Nulla a questo mondo, attraverso il tubo espulsivo del parto…in quanto part/or/ita da Tabula Rasa?
Fuoco, Acqua, Aria e Terra…i 4!...e il 5°? Potrebbe essere il Nulla identificabile col Tutto indefinito…indefinito proprio dal suo essere tutto? Che poi identificabile, in questo caso, è una parola ridicolmente umana, applicata a qualcosa che non sai nemmeno se esiste…come identifichi il Nulla? Con la mancanza dei 4 elementi e la presenza del 5°?

Tutto si adatta a ciò che lo circoscrive nel senso fisico o comportamentale, intendendo per comportamento, quello delle particelle infinitesimali di cui sono fatte tangibilità e intangibilità dell’esistenza. La particella per eccellenza (quella finora considerata tale) scorazza beffarda negli Universi facendo e disfacendo la struttura di materie e antimaterie

In questo grande casino scambiato per Ordine Celeste…non si pensi che l’ordine abbia avuto il giusto ruolo!…Il Caos iniziale si è soltanto esteso ma la sua natura è rimasta la stessa e noi, in questo falso ordine, cerchiamo di mettere ordine nelle nostre vite…nel nostro mondo piccolo e privato. Pensa! 6 miliardi di visioni del mondo diverse che creano ulteriore caos nel caos multiversale…che oltretutto se ne frega altamente di questi 6 miliardi di occupati nel risolvere 6 miliardi di problemi all’ennesima potenza!

Abbiamo unità di giudizio e misure talmente limitate da aver concepito un Dio creatore interessato al nostro destino…e addirittura di pensare che ci abbia creato a sua immagine. Somigliare a qualcosa di non conosciuto…che idiozia!...e presunzione di voler sentirsi privilegiati rispetto alle altre creature viventi.
Perché…non potrebbe essere la balena…somigliante al suo creatore? No? no? no?

Siamo soltanto parte di qualcosa che non sa nemmeno di essere quello che è…ma noi crediamo di saper decifrare questa ignoranza perché l’accettare di farne parte…Ci terrorizza!

Vado a farmi una birra…che prenda la forma del boccale prima…e poi del mio stomaco! Le particelle atomiche della birra sono gradevoli nell’universo del mio corpo! Tanto tutto il resto va da solo…che io l’abbia bevuta o no!

*Serafinelli’s koan

giovedì 3 ottobre 2013

Disillusione di ere…

...trascorse in attesa lottata
dispersa nella vacillante speranza
di essere Esseri futuri
ricchi di un passato
che fosse passato
senza dolore imposto
senza discariche
cariche di sangue
e ideologie tradite.

Colpi sparati
a bersagli
pagati da chi bersaglio
doveva essere.

Siamo stati mangiati
dal mostro che volevamo
-come San Giorgio-
uccidere.

Guardiamo dall’angolo
con la rabbia di chi
troppo poca ne ha avuta
quando la violenza era
santificata dall’idea
e giustificarla era dovere
per non essere sopraffatti
dalla violenza
del potere.

Troppo tardi oggi
che in ipnosi viviamo.

Chissà domani...
forse!