venerdì 28 marzo 2014

Adesso chiariamoci prima che dopo sia troppo tardi!

Ma tu prima eri così come sei adesso o è il tuo prima che ha condizionato il tuo adesso?

Adesso?...prima?

Si insomma non vorrei che il prima...quel prima! fosse l’adesso...capisci?

Si...capisco che adesso sono così...come ero prima ma un po’ più meno prima di prima!

Beh questa è già una gran cosa...perché se eri come prima...adesso che è adesso era veramente preoccupante...perché capisci che adesso non può essere come prima!

Adesso che ci penso...penso che prima di adesso ero effettivamente diverso dal mio io di adesso che fino a prima che tu...adesso...insomma prima che dicessi di me adesso rispetto al prima era...era...ma adesso che stavo dicendo circa il tuo intervento di prima? Adesso sono confuso più di prima...o come prima

Beh...questo adesso mi fa pensare che adesso ci siamo infilati in una situazione che prima sembrava chiara tanto quanto adesso sembra ingarbugliata!

Ma noo...prima forse non sapevamo che saremmo diventati come adesso ci siamo accorti di essere...anzi meglio così...sennò dopo...

Nooo...anche il dopo adessoo! Bastaaa...ma chi me l’ha fatto fare prima...di mettermi a parlare dell’adesso! il dopo noo non voglio parlarne adesso...bastaaa!

Calma adesso dai!...prima che diventi matto...sennò dopo...

NOOO...NOOO...NOOO ADESSO BASTAAAA!

Dopo non dire che sono io adesso...a non voler parlare del prima!

venerdì 21 marzo 2014

Parodia lisergica

Ci sono amori che non reggono al reale...dall’alto della loro dimensione si avvicinano alla Terra...inconsapevoli dell’inadeguatezza dei loro polmoni a respirarne l’atmosfera.
Con ali grandi (simboli…nel vuoto) costretti in orbite extraterrestri continueranno a volare.

E intanto ci si ferma sulle panchine a riposare il culo...quando il cervello pesa e pesa sulla spina e i piedi non rispondono al comando e i calcoli risultano sbagliati e intanto il cielo...simile a tendone...copre il teatro a strisce della vita...l’acqua non passa...il sole indispettito da inutili esplosioni...l’odore della terra sale...e intorno c’è il contorno delle cose...che...come false Muse si fregiano d’allori.
Allora l’ora scorre lenta e lunga come una lingua che assaggia come sei...ma forse non sei buono e allora si ritrae dentro una bocca grande come il Mondo...si muove lenta dentro…e sputa. 
Un cane passa e sembra trasparire...resta il suo sguardo...lo guardo l’amo e piango... ma poi sorrido pensando alla panchina che...per i vecchi...è come una banchina fuori dal porto dell’ultimo attracco-attesa-dove il mare si fa calmo e dove pescatori insonnoliti pescano pesci pigri che sanno di petrolio.

E’ una giornata di primavera vera...la rendo fotogramma...battendo un po’ le ciglia... come facevo spesso da bambino per ricreare i film di Buster Keaton (faccia di pietra…faccia come crede).

Ci sono amori in bianco e nero e muti come quei film col pianoforte al posto della voce.
M’alzo e ritorno nello spazio vero...è ora di far spesa...d’andare al banco frigo surgelati...banale occupazione reiterata per non lasciar padelle far la muffa. 
I tempi che non era parodia sono lontani quanto i miei ricordi...lontani come i tempi ormai lontani.
Ma ora vado a friggere in padella due bei filetti di sogliola limanda surgelati...chissà da chi e quanto tempo fa!

domenica 16 marzo 2014

La parola





La parola sa di suono e di sguardi
di indelicati strappi o di fini carezze.

Sa di sale del pianto o del dolce di un viso...
di corte distanze che basta un sussurro
o di vuoti abissali dove Lei resta vana.

Può aiutarti a volare o strapparti le ali.
La parola s’arresta sul confine del bacio...
chiede aiuto al silenzio…resta...
come fosse in attesa di un dialogo muto
tra due lingue esperante.

mercoledì 5 marzo 2014

Oniria



Ringrazio Gabriella...la sua poetica fusa"cellularmente" con la mia...indistinguibile.

Scandagliano reflussi
d’Eolo
e immense distese di campi
scarmigliano

Chi? non sappiamo… ma
forze d’altri mondi certo
che senza fiato…cercano nov’aria
  
A passi timorosi s’offrono
linksloro malgrado
come ponti tibetani sugli abissi tra menti
in precario raccordo di cigli

Mantelli senza voli
ultrasuoni spiumano
nell’immenso insano
di un occaso lì per caso
dove a coprire d’ombra
sole tramonta
e lascia a spolverar di bianco
luna

and the singing in  the rain …
will be blood

Tra poco
canaglie solitarie
gregari senza destini
a tempi di comando
aggiungeranno
il loro abbaio
di luci e di lampi

Notte senza ritorno a luce d’alba
venosi vicoli percorsi da parole
dimmi qual'è la strada del risveglio

Vampiri ghigneranno
tombe senza corpi
da un maniero fantasma
custode evanescente
di questa valle stretta
dove lo spazio è scarso e la distanza sfianca

Covi restando
stomaci di porci
che la vita rubano alla vita

Oniria…musa del sonno
che non dai risposte
misterica compagna delle notti
impasta la materia della vita
e fanne cibo per i nostri sogni
perché al risveglio
ci si senta sazi
potremo almeno dir d’aver sognato

incubi o sogni non fa differenza
anche di giorno se ne fa esperienza