Foto: Jacopo Serafinelli - Viterbo-Via delle Piagge
Il Luogo del Tempo della mia
infanzia e adolescenza...
la vecchia casa di Via delle
Piagge è sempre lì...con le scalette di pietra lavica...ammorbidite dai passi
di Me Bambino...e su e giù e giù e su...di corsa.
La scala antica...dietro il portoncino...andava
su...stretta e ripida tra muri antichi...per me antichissimi.
La porta...in cima...che quando
mia zia la Rosina apriva...venivo investito dall'odore della cucina economica a
legna..e mi piaceva...cavolo se mi piaceva...l'odore e il crepitio della legna
sotto i cerchi di ghisa tondi di quel piano cottura...antico
anch'esso...scuro...dove pentoloni d'acqua borbottavano in attesa delle
fettuccine che lei...bianca di farina...tagliava sul tavolo bianco
anch'esso...e che io di soppiatto…ma visto e sopportato… rubavo per gustarmele
crude e morbide e buoooneee.
La pasta cruda piace da morire ai Bambini...
e dentro casa un'altra
scala...di legno...misteriosamente scricchiolante...che misteriosamente portava
al sottotetto misterioso...un mistero famigliare ed amichevole...tra bigonci di
coccio pieni di olive...nere e verdi...ed altri profumanti di olio d'oliva...e
i rumori...ahhh i rumori di quella soffitta...scricchiolii e passettini veloci
di vecchi legni e animaletti vari…piccole presenze sgattaiolanti sul pavimento
di legno e tra le cose tipiche di una soffitta…tipicamente impolverate dal
Tempo.
Lì c’era…che interrompeva il tetto…una
porta finestra che…pur se chiusa…era tanto amica del Vento che lo lasciava entrare…e
d’inverno…dicevo: E' un “freddore”…brrrr!
Si usciva…da lì…sul terrazzo sul
tetto…tra tegole antiche…lucertole e uccelli d’estate…e col Sole che qualche
minuscolo topo guardava col naso fremente all’insù…e d’inverno la neve…e il
freddo…di fuori era bianco che il freddo all’interno sembrava calore.
E sotto…per strada…l’entrata
assai buia di quella cantina…con l’arco scavato come antro profondo…coperto di
grilli giganti ma buoni…pazienti e anche neri…brillanti alla luce di lampade ad
olio. Mio zio mi portava con lui…come a scendere in pancia alla Terra…giu in
fondo a spillare il suo vino dai tini.
Ero felice…a quel Tempo…di essere
proprio un Bambino…uno vero…di quelli che vedono tutto nel modo in cui solo un
Bambino sa usare i suoi occhi…in modo davvero pulito…!
Capivo che quello era il Mondo
creato per Me da chi…legato a me da genetico Amore…l’aveva protetto nel Tempo…ed
io ero lì a godere di quella creazione…Bambino che ero!
E adesso…che non c’è più nessuno
dei Creatori del mio Mondo…adulto che sono…ma sempre Bambino…son qui…a guardare
soltanto da fuori quel dentro di Me che è lì sotto al tetto di quella soffitta
che ho qui nella testa e alla quale si sale dal Cuore che batte…usando la scala
che scricchiola ancora.