lunedì 7 ottobre 2013

Terapia di gruppo

Ragazzi eccomi qui/seduto sulla mia sedioletta/con le braccia abbandonate sulle cosce e le manine tra le ginocchia/in questa stanzetta di terapia di gruppo/in cerchio tutti che ascoltano quello che dico(perché è il mio turno)/si parla di rapporti che nascono e muoiono/che fanno nascere(rinascere) e che fanno morire(eheh…rimorire non si può dire!....o si?) e comunque dei perché ci si perde dopo essersi trovati/…ci si perde perché siamo nel giusto giudicando l’altro che sbaglia o perché siamo nel torto giudicando l’altro che invece è nel giusto/in ogni caso un senso di sconforto si aggrappa alle nostre spallucce che solitamente/al contrario di quanto andiamo dicendo/ non sono forti e larghe e quindi quel senso sconfortante deve ancor di più affilare i suoi artigliucci per affondarli nella carne e non scivolare giù/…ahhh e come lo fa bene! Per quanto ti agiti e scrolli lui resta lì indosso/ come un maglioncino di lana in piena estate/…quindi oltremodo fastidioso direi antisalutare. A questa mia uscita tutti i seduti in circolo si fanno una sana risatina amarognola guardandosi con gli occhietti strizzati (tipo scambiamoci un segno di pace) e a questo punto ridacchio io amaramente/ per aver riattizzato i loro sensi di perdita/guardo l’orologio a forma di sole (forma adatta ad una stanzetta da terapia di gruppo) mi restano 2 minutini per terminare il terminabile nel breve lasso di tempo che ognuno ha a disposizione/…5 minutini (per non scadere nella pesante autocommiserazione di se stessi) perché passati i 5 minutini…ci si scade eh!! Una dei seduti in cerchio azzarda una domanda:/…e allora che bisognerebbe fare?NIENTE sbotto…accetti la perdita qualunque essa sia stata e ti prepari a subirne ancora!! Mi sento rosso in volto…un pochetto isterico ma sfogato ahhh sfogatoooo! Quelli e quelle a bocca aperta delusi/un tantino meno di quella che ha fatto la domanda /che mi sembra diventata un tappetino grigio/lascio passare i 30 secondi che mi restano/silente ed osservato da 11 paia di occhietti non più strizzati ma indecisi se guardare i miei o la mia mano alzata sopra le ginocchia/con il medio dritto verso il soffitto e intanto penso alla prossima seduta quando qualcun altro deluderà me!

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