Ci sono amori che non reggono al reale...dall’alto della
loro dimensione si avvicinano alla Terra...inconsapevoli dell’inadeguatezza dei
loro polmoni a respirarne l’atmosfera.
Con ali grandi (simboli…nel vuoto)
costretti in orbite extraterrestri continueranno a volare.
E intanto ci si ferma sulle panchine a riposare il
culo...quando il cervello pesa e pesa sulla spina e i piedi non rispondono al
comando e i calcoli risultano sbagliati e intanto il cielo...simile a tendone...copre il teatro a strisce della vita...l’acqua non passa...il sole indispettito da
inutili esplosioni...l’odore della terra sale...e intorno c’è il contorno delle
cose...che...come false Muse si fregiano d’allori.
Allora l’ora scorre lenta e
lunga come una lingua che assaggia come sei...ma forse non sei buono e allora si
ritrae dentro una bocca grande come il Mondo...si muove lenta dentro…e sputa.
Un
cane passa e sembra trasparire...resta il suo sguardo...lo guardo l’amo e piango... ma
poi sorrido pensando alla panchina che...per i vecchi...è come una banchina fuori
dal porto dell’ultimo attracco-attesa-dove il mare si fa calmo e dove pescatori
insonnoliti pescano pesci pigri che sanno di petrolio.
E’ una giornata di
primavera vera...la rendo fotogramma...battendo un po’ le ciglia... come facevo spesso
da bambino per ricreare i film di Buster Keaton (faccia di pietra…faccia come
crede).
Ci sono amori in bianco e nero e muti come quei film col pianoforte al
posto della voce.
M’alzo e ritorno nello spazio vero...è ora di far spesa...d’andare
al banco frigo surgelati...banale occupazione reiterata per non lasciar padelle
far la muffa.
I tempi che non era parodia sono lontani quanto i miei ricordi...lontani come i tempi ormai lontani.
Ma ora vado a friggere in padella due bei
filetti di sogliola limanda surgelati...chissà da chi e quanto tempo fa!
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