venerdì 21 marzo 2014

Parodia lisergica

Ci sono amori che non reggono al reale...dall’alto della loro dimensione si avvicinano alla Terra...inconsapevoli dell’inadeguatezza dei loro polmoni a respirarne l’atmosfera.
Con ali grandi (simboli…nel vuoto) costretti in orbite extraterrestri continueranno a volare.

E intanto ci si ferma sulle panchine a riposare il culo...quando il cervello pesa e pesa sulla spina e i piedi non rispondono al comando e i calcoli risultano sbagliati e intanto il cielo...simile a tendone...copre il teatro a strisce della vita...l’acqua non passa...il sole indispettito da inutili esplosioni...l’odore della terra sale...e intorno c’è il contorno delle cose...che...come false Muse si fregiano d’allori.
Allora l’ora scorre lenta e lunga come una lingua che assaggia come sei...ma forse non sei buono e allora si ritrae dentro una bocca grande come il Mondo...si muove lenta dentro…e sputa. 
Un cane passa e sembra trasparire...resta il suo sguardo...lo guardo l’amo e piango... ma poi sorrido pensando alla panchina che...per i vecchi...è come una banchina fuori dal porto dell’ultimo attracco-attesa-dove il mare si fa calmo e dove pescatori insonnoliti pescano pesci pigri che sanno di petrolio.

E’ una giornata di primavera vera...la rendo fotogramma...battendo un po’ le ciglia... come facevo spesso da bambino per ricreare i film di Buster Keaton (faccia di pietra…faccia come crede).

Ci sono amori in bianco e nero e muti come quei film col pianoforte al posto della voce.
M’alzo e ritorno nello spazio vero...è ora di far spesa...d’andare al banco frigo surgelati...banale occupazione reiterata per non lasciar padelle far la muffa. 
I tempi che non era parodia sono lontani quanto i miei ricordi...lontani come i tempi ormai lontani.
Ma ora vado a friggere in padella due bei filetti di sogliola limanda surgelati...chissà da chi e quanto tempo fa!

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