sabato 22 giugno 2013

Sappiamo mica dove mettere il gesto.


Piazzato sempre lì, nella parte sbagliata della parte giusta della vita altrui e poi, facciamo gli occhi a lampione, sorpresi della sorpresa di chi viene sorpreso…ma il gesto è un fatto, un movimento…e il movimento sposta aria e corpi, che poi se dietro lo spostato c’è un mondo già spostato, lo spostamento è radicalmente diverso da un lieve movimento e allora il gesto si tramuta in definitivo atto fatto…e il fatto è che, a quel punto, la catena degli eventi da luogo a reazioni di fusione che fondono l’iniziale presunta innocenza del gesto…ed ecco che il gesto diventa indigesto e lo spostato diventa indisposto, ovviamente verso chi ha gesticolato, in maniera così sbagliata, proprio nella sua parte sbagliata della parte giusta…e qui bisogna proprio dire: Cazzo…e tutto questo solo per un gesto!
L’indisposizione da luogo a malesseri, ogni gesto ulteriore diventa gestualmente inopportuno, la parola vorrebbe manifestarsi per manifesta necessità di chiarimenti…ma la manifestazione vocale viene annebbiata dalla gestualità che, a questo punto, istrionicamente sbraccia rabbia e disappunto. Ora l’autore del gesto e lo spostato (ancora più spostato nel mondo dietro, che era già spostato rispetto ai due) si trovano-uno proiettato verso il mondo spostato dietro lo spostato e l’altro (che era già spostato) ora è talmente spostato che il mondo spostato, che era dietro di lui, ora sembra spostato sotto i piedi di quello che invece ha procurato lo spostamento con il suo gesto.

Che gran casino ragazzi…meglio che vi faccia un gesto per avvertirvi di non gesticolare!


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